Botteghe storiche: Censimento del Comune di Velletri
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27 Gennaio 2023Era sabato quel tragico 22 gennaio del 1944, quando Velletri subì il più terrificante bombardamento della sua storia. Anzi, non si trattò di un solo bombardamento, ma di quattro che inflissero alla città un colpo mortale. Al termine di essi Velletri era ridotta ad un cumulo di rovine, tra le quali erano seppellite centinaia e centinaia di vittime. Velletri pagò così un tragico tributo alla sua “liberazione” dai nazisti, gli “Alleati” che tutti attendevano trepidanti e speranzosi arrivarono, ma invece di portare quella libertà che i cittadini bramavano, portarono morte e distruzione. Già l’8 settembre 1943 formazioni di aerei “alleati” bombardarono e mitragliarono la parte bassa della città, tra San Clemente e piazza Mazzini, causando la morte di 120 persone ed altre vittime ci furono il 7 gennaio del 1944 quando mitragliamenti e bombardamenti interessarono la stazione della Ferrovia e tutta la zona circostante. Il peggio doveva però ancora venire. Il mattino del 22 gennaio 1944 già alle 7,35 le sirene avevano lanciato l’allarme, il cielo di Velletri era sorvolato da centinaia di aerei, chi può trova ricovero nei rifugi e neanche il “cessato allarme” serve a rincuorare i veliterni che sentono come un cupo presentimento. Alle ore 9,20 inizia infatti l’inferno, sulla città vengono sganciate centinaia di bombe che colpiscono una consistente parte della città, da San Salvatore all’Ospedale di S. Giovanni. Centinaia furono le vittime e pesanti le distruzioni. Sono state colpite le adiacenze di Porta Romana, via Camillo Meda, Santa Lucia, via Paolina con il Liceo, il palazzo Filippi, via Cannetoli, ecc. Una lugubre calma torna intorno alle 11,30, quando si cerca di rendersi conto della situazione, di salvare il salvabile, di curare i feriti e recuperare i morti. Ma è una calma che dura poco, alle 13,40 gli aerei tornano a bombardare la città. Questo bombardamento colpì la zona di piazza Cairoli con gravi danni al Palazzo Ginnetti ed il crollo del ricovero Boffi. Solo qui trovarono la morte circa 300 persone che lì si erano ammassate in cerca di rifugio. Alle ore 14,50 gli aerei tornano per la terza volta e buttano bombe senza pietà, ciò che della città restava ancora in piedi crolla e non è finita, perché alle 15,30 c’è il quarto bombardamento che miete ancora vittime e distrugge abitazioni ed opere pubbliche. Alla fine tutto era distrutto, il bel Palazzo Comunale, il maestoso Palazzo Ginnetti, il Palazzo Filippi, quello Borgia, l’intero quartiere di San Salvatore, il palazzo della Questura a San Martino, piazza Garibaldi, l’Ospedale, piazza Mazzini, Palazzo Boffi e le vittime erano innumerevoli. Quando quel bombardamento cessò anche Velletri sembrava finita, non c’era altro che rovina. Ma il suo popolo non si scoraggiò, pianse le sue rovine ed i suoi morti, ma seppe rimboccarsi le maniche ed iniziare una lenta, ma costante opera di ricostruzione. E di questo dobbiamo essere fieri, noi cittadini odierni. Velletri è rifiorita, ma conserva ancora il ricordo di quei luttuosi avvenimenti. Nella ricorrenza del 79° anniversario di quel tragico bombardamento, domenica 22 gennaio ha avuto luogo la commemorazione ufficiale con il raduno del Gonfalone e dei labari delle associazioni militari, delle autorità e delle rappresentanze alle 8,45 presso piazza San Clemente, la celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale alle 9 e a seguire, la deposizione di una corona di alloro al Monumento alle Vittime Civili nei giardinetti vicini Porta Napoletana.
Massimo Rosatelli
1 Comment
Puro terrorismo impunito dai tribunali di guerra, I civili non possono essere vittime o bersaglio di guerra per ottenere risultati sul campo.