“Un Aiuto in Comune”: percettori del RdC impiegati per il bene della collettività
25 Agosto 2023Vendemmia 2023, visita ai vigneti sperimentali ARSIAL
28 Agosto 2023Nella serata di giovedì 24 agosto, il chiostro della Casa delle Culture e della Musica di Velletri ha ospitato il giornalista e scrittore Mario Calabresi che ha dialogato con Paolo Di Paolo per presentare il suo libro “Una volta sola”. L’evento si è svolto all’interno della rassegna “Velletri Libris” organizzato da Fondazione De Cultura e dalla Mondadori Bookstore Velletri/Lariano/Genzano/Frascati/Cisterna, in collaborazione con la FondArc diretta da Giacomo Zito.
L’opera di Calabresi ha come temi cardine l’amicizia, il dolore, la speranza, la voglia di cambiamento e altri sentimenti, insieme alla capacità e alla volontà di scegliere cosa si vuole essere, cosa si vuole fare.
La serata si è aperta, come di consueto, con le degustazioni enogastronomiche gratuite. Massimo Morassut, in rappresentanza del CREA, ha presentato la cantina ospite della serata, Casale del Giglio. Spazio, poi, all’area dedicata alla poesia, con il “Piccolo prologo in versi” curato da Claudio Leoni e Giulio Mazzali che ha visto protagonista la poesia di Cesare Pavese, Edgar Lee Master, Ernest Henley, Langston Hughes.
Mario Calabresi, che oggi ha una casa editrice molto attiva nei podcast, parte dall’oralità per raccontare questa storia. È un metodo di trasmissione più diretto, e con i moderni mezzi della tecnologia può favorire l’apertura, la condivisione dei sentimenti, la razionalizzazione di paure, speranze, sogni. Nell’introduzione alla serata, Paolo Di Paolo ha sottolineato molto la componente empatica ed emotiva rintracciabile nel libro: “Calabresi ha toccato corde emotive insospettabili partendo da un elemento personale. Nella vita possiamo incrociare stagioni felici e stagioni di scoperta”, ha aggiunto, rimandando poi al concetto di scelta centrale nella narrazione. In “Una volta sola” si cerca proprio di capire, come confermato dallo stesso autore, le modalità di configurazione di una scelta.
“Le cose e le storie si costruiscono con ascolto e pazienza, virtù che mancano più a questo tempo”, ha detto. “In questo libro racconto di una intervista durata un anno e la bellezza di venti incontri, non a Bill Gates ma a un profugo afgano sbarcato tredici anni fa. Quando ho incontrato quest’uomo ho pensato di raccontare la storia di uno che noi oggi mettiamo sotto una etichetta prestabilita, quella del profugo appunto, per un viaggio nel quale erano partiti in cento e sono arrivati in sessantaquattro”. Il punto di vista cambia a seconda della predisposizione all’ascolto di chi lo scruta. Il senso delle cose, però, non può essere sempre interpretato superficialmente.
Il filo conduttore del libro è dunque la scelta. Un punto cruciale nella nostra vita lo ha rappresentato la pandemia, e da qui Calabresi è partito per lanciare una sorta di monito: “In quel periodo abbiamo visto rotte le nostre certezze, e allora questo vorrei dire ai miei figli: la cosa più importante che abbiamo nella vita è scegliere, cosa dire, chi amare, cosa fare, chi essere, da che parte stare. Ho cercato, in questo libro, storie di persone comuni che nei momenti difficili hanno fatto scelte o ragionate o istintive. Noi non siamo l’attimo presente ma la somma di tutto ciò che abbiamo vissuto. Proprio quella somma ci fa scegliere cosa dire e non dire, e la vita non può tirare somme ogni mezz’ora, le scelte non vanno fatte se conviene o meno”.