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23 Novembre 2023Da pochi giorni, su Canale 5, si è conclusa la fiction “Anima Gemella”, diretta da Francesco Miccichè e prodotta da Endemol Shine Italy. Una serie che ha visto protagonisti attori come Daniele Liotti, Chiara Mastalli, Alice Torrini, Anita Kravos e anche la veliterna Lucia Ceracchi. L’attrice di Velletri ha interpretato l’agente Fulvia che, nella inseparabile coppia con il vicequestore Barbera, era tra gli incaricati a risolvere un caso di presunto omicidio.
Se volete rivedere Lucia Ceracchi nei panni dell’agente Fulvia e la serie “Anima Gemella”, è possibile trovare le repliche in streaming su Mediaset Infinity. Dopo la recente apparizione su Canale 5 l’Assessorato al Turismo del Comune di Velletri ha voluto rendere omaggio all’attrice scrivendo sul proprio profilo social un messaggio di congratulazioni: “Complimenti alla nostra Lucia Ceracchi per la splendida interpretazione nella serie televisiva “Anima Gemella”. Sei stata bravissima nei panni dell’agente Fulvia!”.
Ricordiamo che Lucia Ceracchi ha iniziato la sua carriera di attrice nel 2004, partecipando al film di Carlo Verdone “L’amore è eterno finché dura”. La incontrammo in quell’occasione per intervistarla. Ci venne a trovare in redazione. Era al suo esordio ma appariva già ben determinata ed eravamo convinti che avrebbe fatto strada. Aveva talento. Sono trascorsi diciannove anni da allora, lei oramai vive tra Roma e Parigi, a volte viene a Velletri, dove vive la sua famiglia. La raggiungiamo telefonicamente e ci accoglie con grande cordialità, ricordando proprio quella nostra intervista di tanti anni fa. Davanti a noi una donna solare.
Dopo aver frequentato il Duse International per quattro anni, nel 2010 si è laureata al DAMS (Discipline Arti, Musica Spettacolo) di Roma Tre concentrandosi sulla realtà del cinema indipendente italiano degli anni Settanta, precisamente sull’estetica femminista di Annabella Miscuglio. Vivendo a Parigi per sette anni ha frequentato l’Actors Factory di Tiffany Stern, praticando contemporaneamente un’intensa attività di scrittura teatrale e cinematografica. Contemporaneamente si è occupata di traduzioni di soggetti e trattamenti cinematografici dal francese all’italiano e viceversa. Ma Lucia Ceracchi non è solo attrice, è anche regista.
Nel 2016 ha scritto e diretto il suo primo cortometraggio sperimentale, “Anonyme”, un film contro la violenza sulle donne, girato in otto lingue. Nel 2020, come assistente alla regia e actor coach, ha affiancato il regista francese Tommy Weber nel suo primo lungometraggio “Come prima”.
Nel 2021 è uscito il suo secondo cortometraggio, “Pipa”, raccontando la storia di un amore sospeso. Segue “Fuori”, il suo primo lungometraggio: le riprese, durate oltre quattro anni, trattano la realtà psichiatrica di una comunità socio-riabilitativa a Paliano, in provincia di Frosinone. Il documentario è stato insignito del Premio Rotary al Villammare Film Festival 2023 e di una menzione d’onore al Festival internazionale del Cinema indipendente SMR13.
“Negli ultimi venti anni – ci racconta Lucia Ceracchi – è successo di tutto: ho, per un periodo piuttosto lungo, abbandonato l’idea di poter intraprendere un percorso artistico-cinematografico, poi ripreso questa stessa idea; ho vissuto a Parigi per oltre sette anni; navigato nel reparto regia in qualità di assistente, dialogue coach, traduttrice, aiuto regia e organizzatrice, fino a ritrovare la recitazione. Nell’ultimo anno – prosegue – ho partecipato a ben sette progetti televisivi: “Un Passo dal Cielo 7”; “Anima Gemella”; “Il Re” di Giuseppe Gagliardi (anche se è un piccolo ruolo) per una produzione Sky; “I Fantastici 5”, in cui un gruppo di atleti disabili affronta difficoltà, passioni, relazioni e attività sportiva, all’insegna dell’inclusione, uscirà sempre per Canale 5, in cui ho avuto la fortuna di interpretare un ruolo ambiguo e complesso; “Doc 3”, che non credo abbia bisogno di pubblicità, che uscirà su Raiuno e in cui ho avuto, anche qui, la possibilità di cimentarmi in un ruolo trasversale e “particolare”; “Don Matteo”, dove ho un ruolo piccolo ma sfizioso”.
Poi ci parla del suo primo lungometraggio. “Sempre quest’anno, dopo oltre quattro anni di riprese, ho ultimato il mio primo lungometraggio: un documentario che racconta il tema della salute mentale da un’angolazione meno narrativa di uno di quegli aspetti poco frequentati dalla divulgazione abituale : e cioè della residenzialità psichiatrica. Ho avuto la fortuna di girare all’interno di due comunità socio-riabilitative di Paliano, Casa Johnny & Casa Mary, cercando di capire che fine abbiano fatto quei “ragazzi dei manicomi” dopo la legge 180 del 13 maggio 1978, ossia dopo la deistituzionalizzazione dei manicomi e l’apertura dei cancelli verso una società inclusiva”.
Poi aggiunge: “Le domande che mi hanno ossessionata durante le riprese, e che al contempo hanno funto da motore, sono state diverse: Quei ragazzi sono stati riammessi al “mondo dei sani”? Siamo davvero all’altezza della legge Basaglia? Domande a cui ho tentato di rispondere riprendendo la vita di cinque ragazzi delle due strutture, con patologie e peculiarità diverse. Non ho trovato sempre risposte felici ma il dibattito sulla salute mentale è ancora acerbo e necessita di confronto, possiamo fare molto, ma molto, di più. Certo, il momento storico che stiamo vivendo dà poca speranza al dialogo e lascia tanto, forse troppo, spazio alla mediocrità e ai luoghi comuni. Io credo ancora nella forza dei cineforum, e spero di poterne fare in abbondanza. Questo al di là dell’estetica cinematografica, della bellezza delle immagini, di un prodotto preciso e confezionato”.
Lucia Ceracchi è un’attrice e una regista di grande talento.
Silvia Ceccacci