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15 Luglio 2024È stato un vero successo lo spettacolo di domenica 7 luglio al Teatro Nuovo di Velletri. “‘O posto fisso” ha segnato il ritorno sulle scene, dopo quattro anni, della storica compagnia teatrale dialettale “‘O Stegnarello”, fondata nel 1994 da Luigi Ceracchi, che per quest’occasione ha ricoperto egregiamente il ruolo di uno dei protagonisti della piece. Regista: Sara Ceracchi, la figlia di Luigi, che ha scritto e diretto lo spettacolo.
Lo spettacolo è stato davvero un buon successo, con un pubblico di circa quattrocento persone decisamente partecipi e visibilmente divertite dalle vicende della famiglia di Rolando e Lenuccia, che alla fine degli anni Quaranta si trova a fare i conti con le miserie ereditate dalla guerra, e non solo. È stata una piacevole sorpresa constatare che un teatro può riempirsi anche a luglio inoltrato, quando di solito le stagioni teatrali si chiudono molto prima, e senz’altro al Teatro Nuovo va il merito di essersi assunto il rischio di scommettere su questo lavoro.
«A conclusione di un anno completamente dedicato al teatro, che prevedevo di completare con questo spettacolo, ma che in realtà sembra già espandere le radici nel prossimo anno, quella de “’O posto fisso” – ha commentato Sara Ceracchi – è stata un’esperienza decisamente nuova e particolare. Prima c’è stato “Il nero non sfina – monologhi incivili di borghesi contemporanei esauriti”, con le sue quattro repliche, di cui una proprio al Teatro Nuovo –, ma la commedia è stata la mia prima teatrale, e guidare dieci attori, di cui molti alle prime armi, è stato oltre che un piacere, una sfida, decisamente istruttiva, che credo mi abbia arricchito di strumenti e di esperienza».
La giovane regista ha aggiunto: «Sebbene, quindi, le mie principali “inclinazioni creative” siano cinematografiche, e volessi circoscrivere la mia attività teatrale a questa stagione, è successo che diversi professionisti, che proprio grazie alla produzione dei miei cortometraggi ho avuto la fortuna di conoscere, sono intervenuti consentendo alla Compagnia di lavorare con nuove prospettive rispetto alle passate esperienze.
Parlo ad esempio della nuova gestione del Teatro Nuovo, in particolare nella persona di Fabiano Specchi, che ci ha proposto di integrare la loro prima stagione e di utilizzare un genere di struttura decisamente professionale, nella quale non ci eravamo mai esibiti, o dei maestri Andrea Pace e Michele Di Filippo, due tra i migliori elementi con cui ho appunto l’onore e il piacere di interfacciarmi da diversi anni: direi che le musiche da loro appositamente composte sul mio testo hanno rappresentato una colonna portante di tutto l’allestimento de “‘O posto fisso”.
Questo per dire che – ha proseguito – nel settore “creativo” forse non è importante voler separare nettamente un’attività dall’altra, quanto piuttosto ricercare qualità e crescita in ogni cosa che si propone, e in qualsiasi ruolo artistico o tecnico si proponga, e questo vale anche e soprattutto per un prodotto solo apparentemente “circoscritto” e “locale”, quale può essere una commedia dialettale: si tratta di un genere relegato alla provincia, troppo spesso proposto in maniera approssimativa e sguaiata piuttosto che finemente, come meriterebbe. Proprio per la sua “particolarità”, infatti, lo spettacolo dialettale – ha concluso la regista – può veicolare messaggi capaci di stimolare il senso critico di molti, ed essere molto spesso in grado di proporre un genere di umorismo universalmente valido».
Con le musiche di Andrea Pace e Michele De Filippo, sul palco: in ordine di apparizione: Mirella Calciotti, Luigi Ceracchi, Matteo Muscedere, Primo Romaggioli, Eugenia Bencivenga, Daniele Di Giacomantonio, Carlo Caliciotti, Andrea Trulli, Aurora Ranieri e Graziano Di Giacomantonio.