Velletri: Tornano le Giornate del Folklore grazie al gruppo ’O Stazzo
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21 Luglio 2024Nei giorni di domenica 21 e martedì 23 luglio torna “Velletri Libris”, la rassegna organizzata dalla Mondadori Velletri e dalla Fondazione De Cultura alla Casa delle Culture della Musica di Velletri. Il chiostro della Casa delle Culture sarà impreziosito dalle mostre d’arte a cura dell’associazione ArteMestieri Castelli Romani, con le opere di Federica Spaziani nella serata di domenica e di Federica Fedele nella serata di martedì. Alle 20,35 la consueta anteprima con Massimo Morassut che presenterà il vino della serata e Giulio Mazzali, sul palco per il “Piccolo prologo in versi”, introduzione poetica a tema.
Domenica 21, Paolo Mieli parlerà del suo “Il secolo autoritario. Perché i buoni non vincono mai” edito da Rizzoli. Per il giornalista, saggista e storico si tratta di un gradito ritorno a Velletri e stavolta presenterà un saggio estremamente interessante in cui identifica i temi che abitano il dibattito pubblico odierno e che dell’autoritarismo portano un inconfondibile tratto: la convivenza religiosa spesso impossibile, la violenza organizzata del nostro mondo globale, il terrorismo nelle sue forme ormai internazionali, la cancel culture che abbattendo i monumenti vuole imporre una “nuova inquisizione che induce all’autocensura”.
Per insinuare il dubbio che quella (in)giustificata euforia democratica sorta sulle ceneri della guerra mondiale e rinnovata dalla caduta del muro di Berlino non sia stata altro che un abbaglio collettivo: il secolo autoritario di un secolo fa dura ancora oggi.
Martedì 23, invece, sarà la volta di Ascanio Celestini che presenta “Storie di uno scemo di guerra” (Einaudi). L’attore e scrittore con questo libro narra il giorno della liberazione di Roma dentro gli occhi di un ragazzino. Una storia raccontata per trent’anni, poi ramificata nella memoria e nella fantasia, dove il bombardamento di San Lorenzo può stare accanto alla leggenda del barbiere dalle mani belle e il rastrellamento del Quadraro si trasforma nella parabola delle mosche pacifiche e perfette.
Nelle pagine di Ascanio Celestini, così come nei suoi spettacoli, non resta che arrendersi all’incantesimo della grande narrazione. Il testo nasce da una storia vera raccontata all’autore dal padre, Gaetano Celestini detto Nino. Lo spettacolo “Scemo di guerra” ha esordito alla Biennale di Venezia e questo libro non è il testo dello spettacolo ma una versione romanzesca dello stesso spunto. L’ingresso è libero.