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18 Settembre 2024Beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma – in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei riguardi di 2 società e di 15 persone, queste ultime accusate dei reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, indebita percezione di provvidenze pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Dalle indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, corroborate dalle movimentazioni sui conti correnti bancari, è emerso un vorticoso giro di fatture false, emesse da soggetti economici privi di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze, preordinato a consentire a due società, operanti tra Roma e Latina nella commercializzazione di rottami metallici, la maturazione di un ingente credito IVA e l’abbattimento del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette, con un risparmio quantificabile in oltre 4 milioni di euro.
Il provento della frode fiscale veniva successivamente drenato dai conti correnti delle due società beneficiarie con prelevamenti in contanti. Il sistema fraudolento prevedeva l’emissione da parte delle società coinvolte, di documenti di trasporto falsi che attestavano movimenti di automezzi in realtà mai avvenuti. Dagli accertamenti è inoltre emerso che alcuni dei soggetti economici coinvolti avevano fruito indebitamente di contributi pubblici pari a 250.000 euro, erogati per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza pandemica.
Gli elementi raccolti hanno consentito di ottenere dall’Autorità Giudiziaria l’emissione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” del valore corrispondente alle imposte evase che ha riguardato quattro immobili nella provincia di Latina, una barca, orologi di lusso, auto e moto d’epoca, e i saldi dei conti correnti bancari. Durante le perquisizioni presso le abitazioni degli imprenditori sono stati rinvenuti circa 150.000 in contanti e in beni di marca.
Il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.