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Progetto comunale di sterilizzazione gratuita per i cani vaganti e di proprietà per il 2025-2026
3 Febbraio 2025
“Il medico dei maiali” al Teatro Artemisio-Volonté
10 Febbraio 2025Il Carnevale Popolare Veliterno 2025, organizzato dall’Assessorato allo Sport e al Turismo, avrà inizio ufficialmente con la sfilata dei nove carri allegorici e dei gruppi mascherati, domenica 16 febbraio, e si ripeterà domenica 23 febbraio, domenica 2 marzo, martedì 4 marzo. Il percorso mascherato partirà da piazza Caduti sul lavoro alle 15 circa.
Il corteo dei carri e dei gruppi, radunato in piazza Caduti sul lavoro, percorrerà il Corso, attraverserà piazza Mazzini e piazza Cairoli fino a raggiungere piazza Garibaldi, dove farà una breve sosta, per poi ritornare in piazza Caduti sul lavoro facendo il percorso dell’andata. Nella serata di Martedì grasso, al rientro del corteo, si svolgerà una festa in piazza con la premiazione dei carristi e il rogo di Re Carnevale.
Giancarlo Soprano è notoriamente il creatore della maschera locale “Gurgumiello” realizzata nel 1982 dopo una lunga ricerca storica, su commissione dell’allora assessore allo Sport e Turismo Gino Battistini per il Carnevale Popolare Veliterno del 1983. Abbiamo chiesto a Giancarlo Soprano di raccontarci un po’ della maschera che ha le caratteristiche del “vignarolo arricchito” a cui piace bere, ma che non è culturalmente sprovveduto. Una maschera elegante, ma adatta anche alla vita della vigna.
«Ci sono due maschere realizzate, una bianca, quella d’arte, e una nera che però ha un impatto visivo un po’ più pesante. La regola vuole che se si usano le calze bianche, ci deve essere la maschera bianca, per un richiamo di colori così come si usa nelle arti visive. Se le calze sono nere, la maschera dunque va messa nera. La maschera – ha continuato Soprano – è realizzata a mano in carta pesta.
Prima si fa la modellazione con l’argilla, poi il calco in gesso. Nel calco vanno messi pezzetti di carta di giornale, massimo 2-3 cm per evitare che si formino anche le pieghe, che sono incollati con acqua e colla per circa tre strati. Poi se uno vuole, ci mette anche la carta assorbente.
C’è il naso con i fori, i baffoni e gli occhi molto larghi rispetto ad altre maschere, perché così è migliore la visuale ma sono visibili anche le emozioni, i sentimenti del personaggio che si esprime tramite la maschera. C’è un dinamismo potenziale, non è una maschera neutra. Con le sue caratteristiche sembra quasi un richiamo a un cartone animato e dunque più comico».
Com’è la psicologia e la personalità di Gurgumiello?
«Rappresenta una persona allegra, tendente alla compagnia degli amici, a rendersi leader nei momenti in uci è in gruppo. È un buon bevitore, non a caso il nome è “Gurgumiello”, un nome onomatopeico che riproduce il suono del bere, “gurgu”, e che mi è stato ispirato dalla poesia di Giovanni Battista Iachini “La battaglia di Marino”, dove c’è un personaggio con questo nome. Come per molte altre maschere è un nome che ha quattro sillabe, ad esempio Colombina, Pantalone, etc.»
Che tipo di idea e ricerca c’è dietro alla realizzazione della maschera e del costume con quelle caratteristiche?
«Quando si vuole fare un costume, bisogna anche scegliere il periodo storico di riferimento, perché può cambiare. Io ho pensato a una tradizione laziale, tipo quella romana del “Rugantino”. Il cappello in stile “bravi manzoniani” mi è stato ispirato dal ricordo di quando ero ragazzino e vedevo coloro che zappavano la terra, l’orto e si mettevano un sacco di tela in testa rovesciato, con le due punte del sacco una dentro l’altra, in modo che diventasse un cappuccio.
Il sacco faceva anche da mantello per coprire la schiena dall’umidità. L’ho visto usato più volte e quindi ho pensato di farlo per Gurgumiello, per cui ho fatto un contadino benestante, un proprietario terriero. Il mantello nero che gli ho creato è per la protezione nel periodo invernale. Un tabarro, una doppia mantella adatta per un personaggio della metà dell’800, allacciato con un cordino col ciuffetto tipo tenda.
La camicia è allacciata al collo e ai polsi, e sulla punta del colletto molto lungo con dei pizzi ci sono dei campanelli sferici che si avvertono quando ci si muove. I pantaloni rossi sono sotto al ginocchio (alla zuava ndr) con le calze bianche. Ho scelto il nero, il rosso, certamente il bianco, perché sono i colori di Velletri. Infine gli scarponi, una scarpa contadinesca, rustica, allacciata. Gurgumiello è un personaggio che regala le caramelle, per cui dovrebbe tenere legata alla cinta una sacchetta per tenerle e distribuirle durante la sfilata».
In occasione Carnevale Popolare Veliterno 2025, l’artista Maria Stella Giuliani, in arte Egi Stella, prenderà parte al corteo con un nuovo omaggio alla maschera velletrana Gurgumiello, vestita per tradizione anche da Roberto Zaccagnini, insieme alla partecipazione di altri “Gurgumielli”.
Serena Squanquerillo
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