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3 Aprile 2023Il vecchio organo della Cattedrale di San Clemente, smantellato nel luglio 2021, è stato restaurato e sarà inaugurato sabato 15 aprile. Per l’occasione: solenne concelebrazione presieduta dal vescovo Stefano Russo alle 18, con successiva benedizione dell’organo restaurato (ore 18) e incontro con il curatore del restauro, Michel Formentelli (ore 19,15). Seguirà il concerto di organo del maestro Daniele Rossi. L’organo della Cattedrale tornerà, quindi, a suonare. Si tratta di un’opera monumentale che ormai da tempo è ammutolito e scordato in tutti i sensi, con mantici che sfiatavano e note che non entravano in sintonia ed armonia con il resto. «Le prime notizie relative alla presenza di un organo a canne all’interno della Cattedrale di San Clemente – come ci ricorda don Teodoro Beccia in un suo scritto – possono farsi risalire alla prima metà del XVII sec. Purtroppo, le scarne notizie d’archivio non ci permettono di conoscere il nome dell’organaro che realizzò lo strumento seicentesco né dell’ebanista che costruì la cassa in legno dorato. Bisogna aggiungere che lo strumento e la cantoria furono realizzati solo pochi anni prima del rovinoso crollo del campanile, avvenuto nel 1656; evento che comportò la ricostruzione della Cattedrale secondo le forme che ancora oggi vediamo. Dagli stemmi presenti, sia sulla cassa dell’organo che sulla cantoria, possiamo però ricostruire che l’organo antico, come la cassa in legno tuttora esistente fu realizzato durante l’episcopato del cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria, vescovo di Velletri dal 1623 al 1626. L’organo seicecentesco venne gravemente danneggiato dai bombardamenti anglo americani che colpirono Velletri dopo lo sbarco di Anzio. Per volere del cardinale Clemente Micara, vescovo di Velletri, che curò la ricostruzione delle chiese della Diocesi di Velletri dopo la seconda guerra mondiale, venne commissionato alla ditta Carlo Vegezzi-Bossi di Centallo (Cn) un nuovo strumento, più grande del precedente. Il nuovo organo venne installato nel 1950 dalle maestranze della ditta Buccolini di Roma. Non sappiamo se ciò che restava dell’antico strumento fu riutilizzato nel nuovo o se probabilmente fu smontato e successivamente disperso o alienato. Il nuovo strumento andò ad occupare l’intera cassa seicentesca (per le canne di legno dei registri di basso) e i lati della cassa sopra la cantoria con i corpi del grand’organo e dell’espressivo. I due corpi laterali furono coperti prima con delle tele dipinte e successivamente con delle grate di legno. A causa della limitazione del suono causata da queste coperture, i corpi laterali vennero successivamente coperti da un prospetto di canne finte riproducenti due cuspidi di canne in metallo, realizzate però in modo molto spartano».
Silvia Ceccacci
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