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19 Luglio 2023In gran parte del Lazio la peronospora (Plasmopara viticola) sta causando gravi danni nei vigneti di uva da vino e da tavola. Ma anche in altre zone del centro sud.
Le piogge intense e prolungate che si sono verificate dall’ultima settimana di maggio e sono continuate a persistere a giugno, a volte accompagnate da violente grandinate, e il conseguente andamento meteorologico fortemente caldo-umido hanno favorito lo sviluppo incontrollabile della fitopatia.
I trattamenti antiperonosporici in vaste zone si stanno rivelando incapaci di arginare la malattia fungina ormai dilagante, che ha compromesso in maniera definitiva consistenza e stato di salute dei grappoli, sia quelli ancora in fase di sviluppo sia quelli, per le varietà più precoci di uva da tavola, quasi pronti per la raccolta.
L’Osservatorio di Unione italiana vini prevede perdite, in alcune zone, per la prossima, imminente, campagna vendemmiale fino al 40%. Anche l’Associazione produttori agricoli laziali (Aspal) manifesta preoccupazione per il settore vitivinicolo.
«Questo comparto, come tutta la nostra agricoltura – dice il presidente dell’Aspal, Stefano Giammatteo – già versava in condizioni pietose per effetto della pandemia e degli eccessivi costi fissi di gestione, come il gasolio agricolo, la corrente, fertilizzanti, ecc, adesso ci mancava anche la peronospora».
Poi aggiunge: «In molte zone del nostro territorio regionale, i danni ammontano al 50% di perdite di produzione. Nelle zone con meno infezioni, le perdite arrivano comunque al 20-30 %. Nelle altre regioni italiane, la musica è la stessa con gli stessi danni e le stesse perdite di produzione di uva. In virtù di questa situazione, facciamo appello ai Comuni del nostro territorio, alla Regione Lazio e anche al Ministero di competenza, affinché si intervenga immediatamente per sostenere il comparto vitivinicolo, che da sempre – evidenzia – è stato il fiore all’occhiello dell’agricoltura italiana, ma mai come adesso, è seriamente a rischio fallimento».