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21 Novembre 2023Dopo i singoli “Ho visto Gesù” e “Pronta a ballare”, venerdì 10 novembre è uscito in tutti gli store digitali “Madre non Madre”, il nuovo album della cantante e musicista veliterna, Valentina Lupi. Da venerdì 24, sarà anche nei negozi di dischi. L’album è prodotto da Adriano Viterbini e registrato presso gli Artigiani Studio, per Romolo Dischi e Ada Music Italy. L’abbiamo intervistata.
Valentina Lupi, “Madre non Madre”, un titolo importante. Perché questa scelta e quale presa di coscienza racchiude quel ‘non’?
Ho scelto questo titolo perché avevo bisogno di raccontare le diverse condizioni della maternità, abbracciando molti degli stati d’animo contrastanti che la accompagnano. Ho costruito le canzoni intorno al titolo. In questo disco sono racchiuse diverse storie di genitorialitá e non solo, anche storie di rapporti che cambiano necessariamente nel tempo, ma che resistono. Mi sono chiesta se tutte le madri si sentono madri e se le non madri possono essere madri lo stesso, perché ogni donna è sempre madre di qualcosa, di qualcuno, che sia un’idea, un’opera d’arte, un figlio. Succede poi di non sentirsi a volte all’altezza di questo importante compito, spesso mi sono sentita inadatta e in colpa per questo mio modo di sentirmi, ho provato a dar voce a una patologia, la depressione post parto, che ho vissuto in prima persona. Ho voluto poi cantare la gioia di veder crescere il mio bimbo in “Mio Re”, mio figlio è la cosa piú bella e giusta che mi potesse accadere nella vita. La sua venuta al mondo mi ha reso una persona migliore. In “Leggera” infine ho cercato di raccontare il coraggio e l’amore incondizionato di una donna straordinaria, Lara Liotta, mia cara amica, madre di Lavinia Montebove.
Dopo “Partenze Intelligenti” del 2015, sei tornata l’8 settembre, con il singolo “Ho visto Gesù”, incluso nell’album. Spesso i momenti di pausa sono un’occasione di crescita e trasformazione. Chi era Valentina allora e chi è oggi?
“Ho visto Gesú” è il brano che piú rappresenta il mio cambiamento. Racconta il momento in cui ho realizzato che avevo bisogno della mia felicità per crescere e andare avanti senza dare troppa importanza ai giudizi degli altri. Tra un disco e l’altro mi sono fermata per lungo tempo in cui ho fatto scorta di vita. Produrre un disco è un’esperienza straordinaria, che consuma e rigenera energie. Si cambia continuamente e ogni mio lavoro ha sempre sancito una trasformazione significativa in me. Ho prodotto quattro album in periodi molto diversi della vita. Oggi sono una madre che ha smesso purtroppo da tempo di essere figlia. Sicuramente ho guardato in faccia molti dei miei limiti, ho cessato di pensare solo a me stessa e sto cercando di mettermi in ascolto del mondo che mi circonda con piú attenzione, creando connessioni piú profonde.
Abbiamo ascoltato in anteprima l’album. Ci sono testi che parlano di rinascita, cambiamento; di una sofferenza che scarnifica e lascia nudi; di profondo amore. È un amore ‘spirituale’, quello che vibra dalla tua voce?
Io mi sento sempre alla continua ricerca del significato spirituale dell’amore. Essendo sprovvista di un manuale di istruzione, come penso la maggior parte degli esseri umani, su come gestire le sofferenze e i cambiamenti, cerco di ascoltare la mia voce interiore, che spesso è guidata dall’amore. Per quanto mi riesca possibile, tento in ogni modo di onorare la mia anima, “cerco almeno di darle del tu”, di rispettare il mio sentire, le mie scelte. Se è vero, com’è vero, che Dio è amore, tra le varie forme d’amore che cerco di mettere in atto c’è sicuramente anche quella tesa all’amore spirituale.
Gli arrangiamenti sono essenziali e semplici; evidenziano la nudità dei significati, con un’atmosfera molto intima. Molto interessante l’uso del beat box al posto della batteria. Parlaci un po’ di queste scelte, dei musicisti della tua band e della tua collaborazione con Adriano Viterbini.
Quando ho iniziato a pensare a questo lavoro ho chiamato Adriano, amico fraterno e musicista gigante. Ho avuto la sensazione immediata che solo lui potesse vedere nel modo giusto queste canzoni. Abbiamo lavorato da soli in un garage, suonando insieme e scegliendo i suoni per sottrazione. È stata una presenza preziosa, ha saputo governare il mood che esisteva dietro i brani, portandoli verso una nuova dimensione senza tempo, su rive piú chiare. Poi durante le registrazioni del disco ho avuto modo di vedere dal vivo il beatboxer Vezeve, Luca Zeverini, il suo talento mi ha colpita da subito e gli ho chiesto di entrare in studio con noi, “Pronta a ballare” e “Grandi numeri” sono nate proprio da questo incontro, adesso fa parte della mia band in pianta stabile insieme a Ylenia Procaccioli, alla chitarra, e a Francesco Pacenza, al basso.
Mercoledì 22 novembre, si terrà la prima presentazione dell’album al Wishlist di Roma.
Serena Squanquerillo