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11 Novembre 2022È morto Dario Serapiglia, il fondatore de l’Artemisio
Il professor Dario Serapiglia se n’è andato senza far rumore, con la discrezione, l’eleganza e la classe che hanno caratterizzato la sua vita. Si è spento, all’età di 77 anni, all’alba del 2 novembre, giorno della Commemorazione dei Defunti, presso il San Raffaele di Montecompatri dove il 17 ottobre aveva deciso di trasferirsi per potenziare il ciclo di cure a cui già da mesi si stava sottoponendo. Ha lottato per circa un anno e mezzo contro un male incurabile, una malattia che non ha mai tenuto nascosta e della quale ne ha sempre parlato con tutti. A causa del Covid aveva limitato gli incontri con gli amici ma, a volte, raccontava, alcune telefonate lo intrattenevano piacevolmente per ore. Un anno e mezzo, costretto a casa, circondato dalle persone a lui care, vissuto comunque intensamente seguendo i suoi interessi e il giornale “l’Artemisio”, di cui era direttore editoriale e che aveva fondato con Silvia Ceccacci nell’aprile 2001.
IL GIORNALISMO
La sua più grande soddisfazione: raccontare quotidianamente e settimanalmente la città, da circa 57 anni. Era il 27 maggio 1965, aveva 20 anni, quando uscì il suo primo articolo su una pagina, “Dalla Provincia di Roma”, di un quotidiano a tiratura nazionale: “Il Tempo” di Roma. Articolo che riguardava una gara di tiro al piattello svolta a Velletri e una finale regionale di pallavolo a cui partecipava la squadra veliterna. Era l’inizio di una lunga attività giornalistica, sostenuta poi dall’iscrizione all’Albo dei Giornalisti il 14 novembre 1967, svolta nelle maggiori testate nazionali, che gli ha consentito di essere a contatto con la stampa più qualificata: Ansa (22 anni, dal 1986 al 2008), Rai (22 anni, dal 1971 al 1993), “Il Tempo” (25 anni, dal 1965 al 1990) e “Il Messaggero” (29 anni). Senza dimenticare l’appartenenza per qualche anno all’Ufficio Stampa della Federazione Italiana Pallavolo, per la quale è stato redattore del giornale federale “La Pallavolo” e quello europeo “Eurovolley”. Passando anche per la collaborazione con testate nazionali sportive come “Stadium” del centro Sportivo Italiano e la direzione per un anno di “Juvenilia”, delle Polisportive Giovanili Salesiane, con altre emittenti radiofoniche e televisive, nonché per la fondazione di tre periodici veliterni: “La Torre” (1969) insieme a Pio Franco e Marcello Mammucari, “Eolo” (1999) con Silvia Ceccacci e Dario Di Luzio e, poi, ancora, “l’Artemisio” (2001) con Silvia Ceccacci. Cinquantasette anni di attività giornalistica testimoniata da circa ventimila articoli, riguardanti ogni settore, dallo sport alla nera, dalla politica alla giudiziaria, alla cronaca bianca e ad altro ancora.
LO SPORT
Dario era un uomo di sport. È stato uno dei pionieri della pallavolo veliterna, fondando, all’inizio degli anni Sessanta, la San Filippo Neri (SaFNe), di cui è stato allenatore e presidente: già vicino alla Democrazia Cristiana, giovanissimo, chiese a tale scopo un contributo a Giulio Andreotti. Allenatore di terzo grado e internazionale, nel 1976 guidò la compagine femminile dell’Albano in serie A e poi ancora nel 1980 in A2. Proprio nella prima metà di quella decade fu Team Manager della nazionale Juniores Femminile. Ha dato il suo apporto anche alla Volley Velletri e alla metà degli anni Novanta, insieme a un gruppo di amici, fondò una nuova realtà veliterna, la Rosavolley in cui, per anni, lo ritrovammo segretario e allenatore. Le sue ragazze a Velletri così come ad Albano, oggi mamme, zie e alcune anche nonne, lo ricordano con affetto. Dario ha dato il suo contribuito anche all’Associazione Ginnastica Velitrae nel 1967 assumendo il ruolo di segretario dell’associazione. Sono gli anni gloriosi della Velitrae. Gli anni degli azzurri Carlo Dorigo, Carlo Fazi e Aquilino Santoro. Gli anni che la Velitrae, capitanata dal tecnico Gianfranco Marzolla, s’impone a livello nazionale. Dopo aver scritto con quella dirigenza le pagine più belle del glorioso sodalizio sportivo veliterno, lascia la carica di segretario della Velitrae agli inizi degli anni Ottanta.
UOMO DI GRANDE CULTURA
Dario, uomo di grande cultura e voglia di approfondire e accrescere il suo sapere. Questo l’ha spinto a prendere cinque lauree, l’ultima a giugno 2020 con la tesi “La professione del giornalista oggi. Pratiche e responsabilità professionali al vaglio della sociologia”, completando un itinerario riguardante tre settori fondamentali nell’ambito della vita sociale: quello economico (con Economia e Commercio), quello giuridico (con Giurisprudenza, Scienze Penitenziarie e Criminologia) e quello politico (con Scienze Politiche e Sociali, l’ultima il 24 giugno 2020). A essi vanno aggiunti il titolo dell’ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica) e le abilitazioni all’insegnamento di due materie: Matematica applicata ed Educazione Fisica nelle scuole superiori di secondo grado; più le specializzazioni di Allenatore di Pallavolo (nazionale e internazionale) e già di Assistente Tecnico Regionale di Atletica Leggera. Il tutto, dopo un diploma abilitante di Geometra, a 18 anni.
Silvia Ceccacci
SUL NUMERO CARTACEO DI SABATO 21 NOVREMBRE È PREVISTO UNO SPECIALE DI 14 PAGINE