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4 Luglio 2024Il “Rosso Sciamè” è la firma d’arte riconoscibile del maestro siciliano, veliterno d’adozione, Vincenzo Sciamé, uno degli artisti più attivi e preziosi del nostro territorio, scomparso nel 2014. “La vita nei colori” è la mostra dedicata al Maestro, presso la Sala Angelucci del Museo Diocesano di Velletri, dove sono state esposte molte delle opere dell’artista di norma custodite nell’Atelier in via Lanuvia 1, a Velletri, e curate da Katy Sciamè e Mary Di Trapani.
Venerdì 14 giugno, si è tenuta l’inaugurazione con il taglio del nastro, in presenza del sindaco Ascanio Cascella, con parte dell’Amministrazione comunale, e del vescovo della Diocesi Velletri-Segni, monsignor Stefano Russo. A seguire, ci sono stati gli interventi della storica dell’arte Silvia Sfrecola, coordinatrice scientifica dell’Ecomuseo di Velletri, e dell’avvocato, professore Renato Mammucari, consulente d’arte del tribunale, che hanno parlato del Maestro, della sua arte e hanno anche curato le note critiche presenti sul depliant informativo. Numerose sono state le persone che, nei week end fino a domenica 23 giugno, hanno potuto visitare l’esposizione, illustrata dalla figlia e dalla moglie dell’artista.
Abbiamo intervistato Katy Sciamé per farci raccontare “La vita nei colori”: «La mostra nasce dal fatto che, nel mese di giugno, sono dieci anni che papà è venuto a mancare, quindi abbiamo pensato che fosse l’occasione adatta per ricordarlo. Abbiamo scelto questo locale, la Sala Angelucci del Museo Diocesano, perché papà era molto legato a questo luogo, dove aveva già fatto altre mostre. Qui, nel 2015, a qualche mese dalla sua scomparsa, ne è stata allestita una organizzata da amici pittori, per cui c’è un filo conduttore, un legame con questa sala, che abbiamo scelto per questo lato affettivo e anche perché offre un ampio spazio per l’esposizione dei quadri.
Abbiamo intitolato la mostra così perché papà, partendo da una pittura acerba, di quando era giovane, in cui si evidenziavano colori scuri, gradazioni di grigio e verde scuro, è passato poi all’utilizzo del colore in maniera più forte ed evidente. Quindi c’è stato il passaggio dai colori freddi ai verdi del periodo del “Bradisismo”, che è durato fino al 1985, fino alla creazione di questo rosso particolare che dai critici è stato chiamato “Rosso Sciamé”, dal 1986 fino all’ultimo quadro del 2013, che è qui ed è intitolato “Presagio”.
Ha usato i rossi in tutte le gradazioni; ci sono rossi che vanno verso il corallo e quelli che vanno verso il viola e il blu. La scelta del rosso è stata dettata dall’attaccamento alla sua terra, la Sicilia, quindi c’è un riferimento al fuoco dell’Etna, alla passione, all’amore. Un colore forte e d’impatto, che finora ha sempre colpito chi ha osservato la sua pittura».
Per quanto riguarda l’Atelier, di via Lanuvia, questo resterà aperto con la mostra permanente solo su appuntamento, mentre per l’autunno sono previste nuove iniziative di cui verrà data man mano notizia sui canali: pagina Facebook e Instagram “Rosso Sciamè”.
Serena Squanquerillo